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Screening Osseo

16 maggio 2009

Grazie all’aiuto del Rotary Club Mediterraneo di Palermo, si è tenuta ad Ustica una giornata di prevenzione contro l’osteoporosi che ha visto la partecipazione di decine di Usticesi.

L’evento si è tenuto Sabato 9 Maggio al poliambulatorio di Ustica.

Un ringraziamento particolare và all’amministrazione comunale che ha permesso la realizzazione di questo evento, e all’associazione Occhi chi Nascinu, che si è occupata della sensibilizzazione e della divulgazione, ad Ustica.

L’osteoporosi è uno dei maggiori problemi di salute pubblica. Infatti ancora oggi, anche se più raramente rispetto al passato, il sogget­to affetto da osteoporosi giunge sovente all’osservazione del medico quando si verifica la complicanza fratturativa. Pertanto, le stime sull’incidenza dell’osteoporosi variano molto col punto di vista degli osservatori (dal medico di medicina generale allo specialista ortope­dico, dal geriatra al ginecologo ed al reumatologo) e con la definizione che ne viene data. Pur tenendo in considerazione tali difficoltà e tali limiti, peraltro dif­ficilmente risolvibili, esistono vari tipi di approccio per valutare l’incidenza dell’osteoporosi nella popolazione. Secondo la più recente definizione, l’osteopo­rosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea con alterazioni della microarchitettura, e conseguente aumento della fragilità dell’osso e della suscettibilità alle fratture. Infatti, considerata la fascia d’età dai 50 ai 69 anni, le stime relative all’osteoporosi vertebrale oscil­lano dal 2,5% nel caso che il valore di densità ossea misurato venga compara­to al dato medio per l’età, al 43% nel caso che venga comparato al valore di picco premenopausale. Benché la determinazione quantitativa della massa ossea sia un fattore determinante nel calcolo del rischio di frattura, vi sono tuttavia altri fattori non quantificabili che contribuiscono all’evento fratturativo, le conseguenze di ordine clinico dell’osteoporosi derivano dalle fratture ad essa correlate e pertanto, dal punto di vista epidemiologico.

LE FRATTURE DA OSTEOPOROSI

Vengono classicamente incluse nell’ambito delle fratture da osteoporosi la frattura prossimale delfemore, quella dei corpi vertebrali e del polso (Frattura di Colles). Recentemente è stato però evidenziato che anche le fratture dell’omero e la mag­gior parte delle fratture del bacino dovrebbero essere incluse in questa cate­goria dato che il loro numero aumenta con l’età, pur rappresentando nel loro insieme una categoria quantitativamente meno importante delle prece­denti, specialmente della frattura del femore, sia in termini socio-economici che di morbidità. In generale, le fratture legate all’osteoporosi si caratterizza­no dal punto di vista epidemiologico per un tasso di incidenza che aumenta con l’età e che risulta, per ogni età, superiore nelle donne che negli uomini, e per l’associazione a traumi moderati se verificatesi in punti a prevalente strut­tura trabecolare. Queste fratture differiscono quindi per molti aspetti da quel­le che intervengono nelle altre età. In entrambi i sessi, l’incidenza per età delle fratture presenta un andamento bimodale. Nelle donne dopo i 45 anni l’incidenza si innalza, mentre nei maschi tale aumento è rilevabile solo dall’età di 65 anni. Questo indica il ruolo della menopausa quale fattore preminente di perdita d’osso nelle due decadi successive. Dopo i 65 anni il tasso di incidenza si innalza esponenzialmente e parallelamente in entrambi i sessi, con valori più elevati nelle donne, le fratture del femore assu­mono progressivamente una maggiore importanza con l’età, sia negli uomini che nelle donne, tanto che, dopo gli 85 anni, la frattura del femore è il tipo più comune di frattura.

Dati recenti, provenienti da diverse nazioni, indicano che l’incidenza e la prevalenza delle fratture dovute all’osteoporosi sono in aumento.

L’incremento del numero di fratture per anno è verosimilmente multifattoriale. Da un lato un ruolo importante è sostenuto dall’accresciuta longevità della popolazione, che amplia col tempo l’entità della popolazione a rischio.

In conclusione possiamo dire che l’epidemiologia, al pari dell’eziopatogenesi e della terapia, rappresenta un aspetto dell’osteoporosi che necessita di ulteriori e più approfondite valuta­zioni. Assieme alla definizione dei fattori di rischio ed alla valutazione delle differenti metodiche di misurazione della massa ossea e dei markers bioumo­rali del turnover osseo, l’epidemiologia può fornire un valido aiuto in termini di prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture ad essa correlate.

Guido Alessandri Eventi, Progetti & Iniziative , , , ,